a cura di Stefania Santi
Lo strumento che utilizzo è il metodo dell’arteterapia. Vi racconto di cosa si tratta.
L’arte come terapia nasce nel contesto psicoanalitico, negli anni ’40, grazie a Edith Kramer che pose le basi metodologiche e teoriche al metodo, che assunse, negli anni successivi, autonomia clinica nell’ambito preventivo e di cura nelle relazioni d’aiuto.
Un intervento di sostegno alla persona con l’arte è particolarmente indicato nei momenti di profonda crisi esistenziale causata da un evento traumatico che sconvolge l’equilibrio emotivo, cognitivo e relazionale. Per riconquistare una forma di benessere è fondamentale intraprendere un percorso di narrazione della propria sofferenza per poterla attraversare e trasformare. L’arte è canale di comunicazione non verbale, strumento elettivo, spontaneo ed immediato che svolge una specifica valenza terapeutica nel facilitare la narrazione di Sé attraverso il processo artistico, nella sua dimensione corporea, narrativa e simbolica. L’esperienza non richiede abilità tecniche specifiche ed è indirizzata a tutte le persone di differenti età e culture.
Quando le parole risultano inadeguate ad esprimere i vissuti interni, possono venire in aiuto le immagini osservate e create liberamente con i materiali artistici offerti in atelier dall’arte terapeuta. L’immediatezza del gesto grafico, pittorico e plastico, permette la traduzione delle emozioni indicibili in qualcosa di oggettivo, visibile ed esterno alla persona che è facilitata nel processo di elaborazione della crisi generata dalla perdita della propria identità.
L’attività si svolge in uno spazio protetto, dove vengono offerti i materiali artistici. Il contesto è caratterizzato dalla libertà creativa, sostegno e ascolto empatico dell’arte terapeuta in grado di affiancare la persona nel processo trasformativo del dolore e rigenerativo di Sé.
Come dice l’arte terapeuta Edith Kramer:
“L’arte diventa una zona franca in cui e possibile esprimere e saggiare
nuovi atteggiamenti e risposte emotive, anche prima
che queste modificazioni abbiano luogo a livello della vita quotidiana”.
Per gli utenti di Confine, saranno strutturati interventi per fronteggiare le difficoltà emotive e relazionali nel processo di elaborazione della perdita. Sono previsti percorsi di sostegno e formazione, di gruppo e/o individuali, per bambini, adolescenti e adulti.
E’ stata una bella esperienza lavorare con Stefania.Mi ha fatto capire che esiste via d’uscita nei momento molto difficile nella mia vita.Stefania e’ una persona molto speciale, delicata e semplice, che ti fa sentire subito a tuo agio. Mi ha redato il desiderio di ballare, ascoltare la musica e bere il caffè. La ringrazio tanto!
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Ciao cara Caterina, sono contenta che tu abbia riscoperto un rinnovato benessere ed una differente prospettiva. Grazie per la tua testimonianza. Un caro saluto nell’attesa di rivederti. Stefania
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bellissima esperienza. Grazie, Nico
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Grazie per aver condiviso la tua restituzione positiva. un caro saluto Stefania
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